Centola, l’osservatorio sotto osservazione

14 ottobre 2011

La notizia più importante che in questi ultimi mesi ha saputo calamitare l’attenzione di una parte dei media locali, e non solo, è senzza dubbio quella relativa all’Osservatorio per la Fauna Migratoria realizzato sulla gola del Mingardo nel Comune di Centola.
Senza entrare nel dettaglio della vicenda, sulla quale la Procura di Vallo della Lucania sta ancora operando, limitiamoci a constatare che il progetto ad oggi realizzato e finanziato con circa un milione di euro, risulta essere difforme rispetto al progetto definitivo dell’11 giugno 2003 ed alla variante successivamente presentata in data 18 ottobre 2004 ed approvata in conferenza di servizio.
A chi si debbano attribuire le responsabilità di tale difformità in questa sede non mi pare opportuno disquisire (tra laltro la Procura di Vallo della Lucania sta ampiamente indagando), vorrei invece riportare l’attenzione sulla problematica dell’abusivismo edilizio applicata alla pubblica amministrazione.
Senza dubbio il caso dell’osservatorio di Centola è un caso emblematico, non capita spesso di poter parlare di abusivismo per le opere pubbliche che, appunto perchè pubbliche, dovrebbero essere esenti da tali problematiche.
Sia chiaro, non che l’abusivismo edilizio nel settore privato sia di minore importanza, al contrario è e resta un enorme problema, tuttavia nel settore privato per poter comprendere bene le linee generatrici delle dinamiche abusivistiche occorre osservare con attenzione, e comprendere bene, l’area geografica, il livello socio-economico e socio-educativo, e non in ultimo l’operato degli Enti Pubblici.
In via generale il settore pubblico dovrebbe essere esente da tali problematiche sicchè il procedimento amministrativo e l’opera realizzata a Bolzano dovrebbe essere uguale a quello utilizzato a Siracusa per realizzare la medesima opera (ovviamente le due città sono utilizzate solo a titolo di esempio).
Si comprende bene, quindi, che se in un dato territorio l’abusivismo edilizio è la regola base, le opere pubbliche realizzate nel medesimo territorio devono essere a tutti i costi esenti da qualsiasi turbamento dell’iter amministrativo e/o realizzativo, se questo non accade (qualunque possa essere la motivazione) non si potrà avere alcuna incisività nella lotta all’abusivismo privato perchè varrà sempre la regola del “se lo fanno loro che rappresentano lo Stato allora posso farlo pure io”.
Facciamo però un ulteriore passo avanti addentrandoci in quella che è la questione economica.
Un opera abusiva privata pur possedendo la componente economica, senza la quale la stessa non si sarebbe potuta realizzare, non possiede il coinvolgimento dell’economia pubblica, per capirci, per costruire una data opera abusiva privata non si sono utilizzati, e sprecati, risorse derivanti dal pubblico e quindi dalle tasche di tutti i contribuenti.
L’opera pubblica abusiva, invece, per sua natura possiede il coinvolgimento dell’economia pubblica e tale coinvolgimento inizia fin dalla fase di progettazione preliminare, per pagare i progettisti si utilizzeranno risorse pubbliche, ed andrà ben oltre la conclusione della costruzione stessa, dovendosi tener conto della gestione dell’opera che avrà una sua quantificazione in termini economici.
A questo punto appare chiara la profonda differenza tra un opera abusiva pubblica ed una privata, se sotto il profilo di violazione della norma si possono ritenere identiche, così non può essere dal punto di vista di impiego di risorsa pubblica.
Personalmente (e sottolineo personalmente) sono dell’idea che se dal lato legislativo l’abuso va sempre perseguito, dal punto di vista “reale” occorrerebbe evitare inutili rigidismi soprattutto se si parla di opere pubbliche.
Va da se che quanto detto sopra non si può sempre applicare, è logico che se costruisco in un’area ampiamente vincolata (nel Colosseo per usare un’estremismo) l’unica cosa che potro attendermi è l’abbattimento totale.
Per ritornare al caso specifico dell’Osservatorio per la Fauna Migratoria di Centola, trattandosi di opera pubblica, tra l’altro parzialmente assentita e quindi non realizzata in totale abusivismo, personalmente penso che sia opportuno valutare bene se tenerlo in vita o demolirlo completamente, non vi è dubbio che l’impatto paesaggistico vi sia ma probabilmente tale impatto potrebbe essere mitigato con interventi di varia natura.
Tra l’altro, nel caso specifico, l’opera è quasi del tutto completata a questo punto, a mio avviso, si potrebbe optare per un abbattimento parziale in modo da non buttare al vento tutto il denaro pubblico utilizzato.
Una volta avvenuto l’accertamento delle responsabilità ed emanate le eventuali relative sentenze, potrebbe essere interessante operare una soluzione concordata tra Comune di Centola, Panrco Nazionale del Cilento e Vallo di diano, Soprintendenza di Salerno e Regione Campania ed ottenuta mediante l’apertura di un “Concorso di Idee” che potrebbe avere come tema la riqualificazione dell’osseratorio e la mitigazione dell’impatto ambientale, in modo da ottenere un ventaglio di Idee idonee tra cui poter scegliere la migliore.
Probabilmente questa potrebbe essere una soluzione alternativa al completo abbattimento e quindi al totale spreco di risorsa pubblica, si opererebbe la mitigazione ambientale della struttura passando anche attraverso una parziale demolizione.
Sicuramente sarebbe stato più opportuno evitare completamente la realizzazione dell’opera stessa all’interno di un complesso paesaggistico così bello ma ormai il “danno” (economico-paesaggistico) e fatto, non resta che limitare lo spreco soprattutto pensando al periodo di crisi che si sta attraversando.

link consigliati per approfondire l’argomento:
Corriere del Mezzogiorno
Giornale del Cilento


Pensieri (forse un poco sconnessi)

9 ottobre 2011

Ci sono periodi della vita in cui il tuo correre veloce mette in difficoltà la vita stessa, altri in cui è lei a correre e tu non hai né fiato né gambe per starle dietro.
Sono momenti strani che non vedi arrivare e fai fatica perfino ad accettare, eppure la vita è li davanti a te che ti guarda e si fa beffe del tuo del tuo arrancare e corre, corre… Dio come corre…
Sai bene che tu senza lei semplicemente “non saresti” e lei senza te non avrebbe modo di esplicitarsi, l’uno all’altro legati eppure, a volte, tanto distanti da essere quasi contrapposti, nemici su un campo di battaglia.
A questo punto vi sarete chiesti “vediamo questo dove va a parare”, vi sembrerà strano eppure non lo so neanche io, sono quei pensieri (forse un poco sconnessi) che ti prendono di tanto in tanto, magari quando sei solo nel silenzio della tua camera oppure imbottigliato nel caos della metropolitana nell’ora di punta.
Pensieri inutili direte voi, “probabilmente si” vi potrei rispondere io, eppure penso che in fondo a qualche cosa possano servire.
Ebbene si avete letto (e capito) bene, credo che in fondo possano ritornare utili a farci fermare un attimo a riflettere che in fondo corri, corri ma poi sai davvero dove stai andando? io al momento non lo so o perlomeno non me lo ricordo più, ed allora anzichè correre appresso alla mia vita (che tanto corre molto più veloce di me) mi piacerebbe potermi sedere un momento, magari al tavolino di un caffè, ed attendere che la mia vita non vedendomi arrivare torni indietro e, trovandomi seduto davanti a due tazzine di caffè, si avvicini e mi chieda “scusa siccome sono un poco stanca posso riposarmi un poco e magari bere uno di quei due caffè ?” e a questo punto io le direi “ti stavo aspettando sapevo che saresti tornata indietro a berlo con me”.